Recensioni

Bini Adamczak

Che cos'è  il comunismo? Come ha cambiato la storia? Perché è considerato rivoluzionario? In cosa invece ha sbagliato?
Bini Adamczak lo spiega come  una favola  piena di magia: lavoratori sfruttati, fabbriche parlanti, cose che comandano... è un mondo incantato, ma in cui ogni avvenimento è accaduto realmente . Ci sarà il lieto fine?
Tocca a noi e al nostro desiderio, scriverlo !




Autori vari

E' un'antologia composta da tredici racconti che prendono spunto dal dipinto di Hopper scelto dall’autore. Il racconto inizia con il nome dell’autore, il titolo e una riproduzione del dipinto: quindi, con il quadro in mente, inizia il racconto e il lettore si sente più coinvolto. Si possono immaginare molte storie – partendo da un dipinto come Nighthawks o Sera d’estate – e ancora prima di iniziare a leggere il racconto aleggia la curiosità di scoprire in quale punto dello scritto l’autore sceglierà di descrivere la scena del dipinto; è un po’ come sapere già quale scena succederà, ma senza conoscere i nomi e le azioni dei protagonisti.




Fredrik Backman

Britt-Marie ha sessantatré anni, un marito che accudisce con dedizione, una vita da casalinga premurosa con l'ossessione per l'ordine e la pulizia. Ma cosa accadrebbe se scoprisse che il tranquillo Kent la tradisce da anni? Lo lascerebbe. E allora eccola qui, Britt-Marie, sessantatré anni, un po' in ansia per il futuro e un po' in preda alla nostalgia per il buon caffè di casa, mentre si registra (come una criminale!) all'ufficio di collocamento. Ora che vive sola, infatti, teme che, se dovesse capitarle qualcosa di brutto, nessuno se ne accorgerebbe. Meglio avere un lavoro allora. Fosse anche in un paesino sperduto, con un campo da calcio chiuso, una scuola chiusa, una farmacia chiusa, un negozio di liquori chiuso, un ambulatorio chiuso, un negozio di alimentari chiuso, un centro affari chiuso e una strada che porta in due direzioni. Abitato da adulti alcolizzati e ragazzini che passano il tempo giocando a calcio in un parcheggio. Britt-Marie atterra come un alieno nella piccola comunità di Borg, ma i suoi modi burberi e formali, la sua mania per la pulizia conquistano subito gli abitanti. Viene addirittura nominata allenatrice della squadra di calcio. E lei si lascia trascinare, in pochi giorni stringe amicizie e fa molte più esperienze di quante ne abbia mai fatte in tutta la sua vita. Così, quando un tragico evento sconvolge la comunità, Britt-Marie capisce che è venuto il suo momento di combattere. Dopo lo scorbutico e adorabile Ove, il protagonista del suo romanzo d'esordio che ha appassionato milioni di lettori, Fredrik Backman crea un altro memorabile eroe. Britt-Marie è stata qui è la storia di una trasformazione, di una donna e di un'intera comunità. Il racconto divertente e toccante su come anche la più burbera delle persone possa rivelarsi tenera e amorevole, e possa lasciare il segno nella vita degli altri, facendo ricordare per sempre di "essere stata qui". 






 Josè Saramago
Cosa succede a un paese se alle elezioni i cittadini decidono in massa di votare scheda bianca? Quali ingranaggi vengono sollecitati fino alla rottura, quali contromisure andranno messe in atto? Se lo chiede José Saramago con questo straordinario romanzo, avvincente come un giallo e penetrante come un'analisi (fanta)politica. L'ipotesi più accreditata è che ci sia un legame fra questa "rivolta bianca" e l'epidemia di cecità che, solo quattro anni prima, si era diffusa come la peste. Gli indimenticabili protagonisti di "Cecità" fanno quindi ritorno, per condurci in un viaggio alla scoperta delle radici oscure del potere. Un viaggio che ci fa gettare uno sguardo nuovo e spietato sui meccanismi del mondo nel quale esercitiamo (o crediamo di esercitare) ogni giorno la nostra libertà.



Alberto Rollo
Questa è una ricognizione autobiografica ed è il racconto della città che l'ha ispirata. Si entra nella storia dagli anni Cinquanta: l'infanzia nei nuovi quartieri periferici, con le paterne "lezioni di cultura operaia", le materne divagazioni sulla magia del lavoro sartoriale, la famiglia comunista e quella cattolica, le ascendenze lombarde e quelle leccesi, le gite in tram, le gite in moto, la morte di John F. Kennedy e quella di papa Giovanni, Rocco e i suoi fratelli, l'oratorio, il cinema, i giochi, le amicizie adolescenziali e i primi amori fra scali merci e recinti incustoditi. E si procede con lo scatto della giovinezza, accanto l'amico maestro di vita e di visioni, sullo sfondo le grandi lotte operaie, la vitalità dei gruppi extraparlamentari, il sognante melting pot sociale di una generazione che voleva "occhi diversi". A questa formazione si mescola la percezione dell'oggi, il prosciugamento della città industriale, i progetti urbanistici per una Grande Milano, le trasformazioni dello skyline, il trionfo della capitale della moda e degli archistar.



Max Leroy
"Emma la rossa"
pubblicato da Elèuthera


Le sole idee non bastano a smuovermi. Devo sentirle
in ogni fibra come una fiamma, una febbre divorante,
una passione elementare.
 
Emma Goldman
Attraversando la storia del suo tempo, dalla fine dell’Ottocento alla seconda guerra mondiale, la vita di Emma Goldman (1869- 1940), ebrea lituana immigrata negli Stati Uniti, ci racconta non solo una militanza rivoluzionaria che ha il mondo come scenario, ma anche la “furiosa passione di vivere” che muove questa donna straordinaria, antesignana dell’emancipazione femminile. Pur immersa in un’epoca segnata dai totalitarismi e dalla sconfitta dell’anima libertaria delle rivoluzioni (in Russia e in Spagna), la Goldman rifiuta le passioni tristi che pervadono la militanza politica per porre il suo progetto rivoluzionario sotto il segno della vita. Lontana dal concetto di massa – e anche di un Proletariato astratto buono solo per la demagogia, come dirà a Lenin – il suo progetto rivoluzionario pone al centro l’individuo e la sua dimensione etica: non sono le teorie astratte a muovere la storia, ma è la scelta individuale, quella passione elementare che brucia come una febbre divorante. La stessa che Emma la Rossa sperimenta per tutta la sua vita e che negli Stati Uniti le varrà la definizione di “donna più pericolosa d’America”





Bruon Arpaia
"Qualcosa là fuori"
publicato da Guanda



Pianure screpolate, argini di fango secco, fiumi aridi, polvere giallastra, case e capannoni abbandonati: in un’Europa prossima ventura, devastata dai mutamenti climatici, decine di migliaia di «migranti ambientali» sono in marcia per raggiungere la Scandinavia, diventata, insieme alle altre nazioni attorno al circolo polare artico, il territorio dal clima più mite e favorevole agli insediamenti umani. Livio Delmastro, anziano professore di neuroscienze, è uno di loro. Ha insegnato a Stanford, ha avuto una magnifica compagna, è diventato padre, ma alla fine è stato costretto a tornare in un’Italia quasi desertificata, sferzata da profondi sconvolgimenti sociali e politici, dalla corruzione, dagli scontri etnici, dalla violenza per le strade. Lì, persi la moglie e il figlio, per sedici anni si è ritrovato solo in un mondo che si sta sfaldando, senza più voglia di vivere, ma anche senza il coraggio di farla finita. Poi, come migliaia di altri, ha pagato guide ed esploratori e ora, tra sete, fame e predoni, cammina in colonna attraverso terre sterili, valli riarse e città in rovina, in un continente stravolto e irriconoscibile...
Un romanzo visionario e attualissimo, che ci fa vivere le estreme conseguenze del cambiamento climatico già in atto e realizza quel «ménage à trois» fra scienza, arte e filosofia che, come sosteneva Italo Calvino, costituisce la vocazione profonda della migliore letteratura italiana.


"LA MASSERIA DELLE ALLODOLE"
di Antonia Arslan
pubblicato dalla Rizzoli 


La tragedia del genocidio  degli Armeni. La storia di un gruppo di donne indomabili e del loro amore per la vita.
Yerwant ha studiato in Italia ed è lontano dalla sua casa oramai da quarant’anni , sta facendo i preparativi per tornarci, ma la “Grande Guerra” farà in modo che ciò non avvenga.
Intanto nella "Fattoria delle allodole", tra le colline dell’Anatolia, i suoi cari lo aspettano con ansia e fervono i preparativi per accoglierlo al meglio.
I “Giovani Turchi” alla guida del governo inseguono il mito della grande Turchia, mito che non prevede la presenza delle minoranze. Ed allora ecco che si concretizza il genocidio, casa per casa, strada per strada, gli armeni vengono presi e fucilati. Le donne, comprese quelle della masseria delle allodole, vengono incolonnate in interminabili file, marce forzate e campi di prigionia. Fame, sete, crudeltà e violenza. Ma esse si aggrappano comunque ad un esile speranza di continuare a vivere. Grazie a questa tenacia tre bambine e un maschietto travestito da donna riusciranno a farcela e raggiungeranno Yerwant a Venezia che li accoglierà e garantirà loro un futuro. Tra queste bambine la nonna dell’autrice, ANTONIA ARSLAN, che raccogliendone le memorie ha scritto questo bellissimo e imperdibile romanzo.


IL PROFUMO
di
Patrick Süskind
Editrice TEA
Noi italiani conosciamo bene chi sa apparire proponendo continuamente la propria
immagine attraverso i media. Abbiamo anche imparato a nostre spese che molte persone
si lasciano sedurre da chi esprime ripetutamente concetti ovvi e proposte reazionarie. Ma
anche "costui", seduttore socialpopolare, sarebbe capace di apparire diverso da ciò che è
cambiando di volta in volta il proprio odore? Sarebbe riuscito ad accumulare immense
ricchezze grazie a un profumo?
In una società come la nostra, basata sulla vista e sull’apparenza, impostata sull'ascolto di
ciò che ci viene detto e di quello che diciamo, un odore, seppure celestiale o stordente,
potrebbe scatenare amori, passioni, orrori e delitti?
Siamo talmente abituati a negare ascolto alla nostra parte istintiva che non ci avviciniamo
agli altri per percepirne l’odore, anzi, stiamo giusto a quella distanza che ci permette di
non sentirlo. Perché? Abbiamo paura degli impulsi? Potremmo amare o odiare qualcuno
solo sentendone l’odore? Non vogliamo scoprire ciò che il senso soffocato dell'olfatto
potrebbe suggerirci nostro malgrado?
Nel settecento non era così: ogni sorta di odori dominava la scena. I poveri vivevano, per
necessità, immersi nella sporcizia e nella puzza, ma anche i ricchi erano sporchi e
maleodoranti. I ricchi, però, potevano permettersi di acquistare il “profumo”, per
mascherare il greve olezzo dei loro corpi. In questo scenario una persona capace di
inventare e distillare profumi poteva detenere un enorme potere. Peccato che costui fosse
un genio scellerato, una creatura solo vagamente umana, un essere oltre ogni
immaginazione: nato senza odore, Jean-Baptiste Grenouille, il protagonista, uccide per
impadronirsi dell’odore dell’innocenza; concepisce l’amore come possesso, non della
donna, ma dell’aroma della donna, disinteressandosi della persona che quella donna può
essere, non essendo lui stesso persona, ma macchina avida assimilatrice di odori.
Il profumo che egli inventa per se stesso, frutto di un miscuglio quasi metafisico, gli
permette un'arrampicata sociale irresistibile e folgorante, ma l'orgia di onnipotenza a cui
l'aroma dà origine, diviene anche la causa della sua morte.
Le avventure di Grenouille sono raccontate da Patrick Süskind in questo libro che, scritto
nel 1985, ebbe un grandissimo successo. La sapienza letteraria, l'incredibile meccanismo
narrativo, le continue invenzioni sorprendenti, ci tengono legati in un crescendo di orrore
fino al termine di una vicenda, fascinatrice.
Dopo averlo letto faremo sicuramente più attenzione agli odori…,




MATILDE
 Roald Dahl
Adriano Salani Editore


 La protagonista di questo libro è Matilde.
Matilde è una bambina molto intelligente che ha dei genitori antipatici che non la capiscono. Lei usa i suoipoteri particolari per combattere la direttrice della scuola molto severa e antipatica e per punire i suoigenitori.E' un libro divertente anche per il tipo di scherzi che Matilde combina al padre e ha un bel finale.


POLISARIO
Un astronave nel deserto

Di Fabrizia Ramondino
Gamberetti Editrice

13 settembre"La prima colazione ,voglio ripeterlo, data la sua importanza, almeno per me ,è il momento in cui fra noi si conversa di più………… In questa prima colazione con Ahmed : fra le armi marocchine ci sono le mine anti-uomo di fabbricazione italiane della Valsella…………"
E' un diario di viaggio. Un viaggio che la scrittrice ha fatto con il regista Mario Martone e la sua troupe nel deserto algerino in occasione di un documentario sui bambini sahrawi di cui era stato incaricato dall'Unicef e da Rai Uno. Attraverso il racconto dei paesaggi del deserto, dei colori e dei rumori, delle difficoltà a viverci, si fa strada il racconto di una delle tantissime guerre che ci sono in giro per il mondo. Guerre di cui nessuno parla, ne i media ne tantomeno i responsabili politici degli stati o delle organizzazioni sovranazionali che si piccano di voler governare il mondo. Una guerra che si trascina da anni e che anzi una delle parti combattenti, il Marocco, nega che ci sia. E' la storia di uno dei tanti popoli del mondo costretto a scappare dalla propria terra, il Sahara Occidentale ex Sahara Spagnolo, occupata dopo che le "potenze" coloniali le hanno abbandonate dopo anni di
sfruttamento. E 'un libro che ci impone di non dimenticare.



VIAGGIO CON CHARLEY
JOHN STEINBECK 
Edizioni BUR
Steinbeck ha scritto questo romanzo nel 1962 sessantenne per raccontare di un viaggio veramente
avvenuto due anni prima su una sorta di camper battezzato "Ronzinante". Nasce dalla consapevolezza di lavorare a memoria di narrare di un'America con cui la conoscenza diretta è stata sospesa per venticinque anni e dalla volontà di ristabilire questo contatto. Unico compagno è Charley un cane grosso francese di colore blu e di razza barboncino ammalato di prostata e che "...risponde subito ai comandi solo in francese. Altrimenti deve tradurre e questo lo rallenta..."
Attraverso i monologhi (o forse sono dialoghi con il suo compagno?) Steinbeck si presenta sempre più intimamente a noi suoi lettori.
Il viaggio si snoda attraverso un'America non fatta di luoghi turistici ma piuttosto tende a presentarci con pungente umorismo una carrellata di "tipi americani" e a farci vivere le aspettative e le ansie del viaggio che ne è lo spirito stesso. Quando ero giovane e avevo in corpo la voglia di essere da qualche parte, la gente matura m'assicurava che la maturità avrebbe guarito questa rogna...E ora che ne ho cinquantotto sarà forse la vecchiaia a giovarmi. Nulla ha funzionato...In altre parole non miglioro. Vagabondo ero, vagabondo resto... così inizia questo romanzo che può essere un piacevole approccio per i giovani che ancora non hanno avuto modo e piacere di incontrare Steinbeck.



DIALOGHI CON LEUCO'
 Cesare Pavese.
Einaudi


Altro è parlare, altro soffrire amico. Ma certo parlando, qualcosa si placa nel cuore...
E forse anche leggendo.Quello che conta tuttavia è questo dubbio che resta; la scoperta che alla fine le domande superano le risposte.
I Dialoghi di Pavese hanno il respiro delle domande senza tempo; a nulla vale la lucidità con cui sono poste l'equilibrio di ogni parola. Rimane intatto il mistero; ci è restituito quel silenzio da cui poter ricominciare.



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